Il gabbiano Jonathan Livingston
di Roberto Caldara*
Il gabbiano Jonathan Livingston è un uccello particolare perché,
mentre lo stormo di cui fa parte si stacca da terra soltanto per
procurarsi il cibo, lui vola per il piacere di volare. I suoi
simili, infatti, non intendono imparare le tecniche di volo ma si
accontentano di riuscire a procurarsi il nutrimento necessario alla
loro sopravvivenza e, quindi, inseguono i pescherecci e si azzuffano
fra di loro anche soltanto per una mollica di pane. Jonathan,
invece, si stacca dal gruppo perché desideroso di imparare a volare
superando i limiti che tutti i gabbiani sono convinti di avere:
passa ore ed ore a sperimentare nuove tecniche e migliora di prova
in prova, divenendo sempre più abile nel battere i propri limiti. I
genitori provano a convincerlo della necessità di essere un gabbiano
come gli altri, ma senza esito.
Egli crede di essere nel giusto e persevera nelle sue imprese. Così
Jon viene esiliato dallo stormo, ma non si perde d’animo e continua
a cercare la sua strada.
Iniziando a sfogliare questo libro si può leggere la dedica che
recita così: ”Al vero Gabbiano Jonathan che vive nel profondo di noi
tutti”. Questo racconto è, infatti, una metafora che, se compresa,
può esser d’aiuto nella vita reale di ciascuno.
Spesso ci viene insegnato che è pericoloso sognare perché si può
rimanere delusi, non ci si deve differenziare dagli altri perché
altrimenti si rischia di essere esclusi. Il gabbiano Jonathan ci
vuole far capire che se abbiamo fiducia in noi stessi anche gli
obiettivi che sembrano essere più impossibili possono essere
raggiunti. Il segreto per riuscirci è soltanto uno: crederci. Anzi,
occorre comportarsi come se l’obiettivo che vogliamo raggiungere sia
già a portata di mano, sia già raggiunto. Non omologarsi per paura
della solitudine e credere in se stessi per progredire.
*Iscritto corso Personaggi nuovi per la tv, anno accademico
2009-2010
26-11-09
|