CESARE LANZA A RUOTA
LIBERA SU DM:
DALL’INGRATO GILETTI ALLA “NUMBER ONE” PAOLA PEREGO
di Davide Maggio (testo raccolto da Tommaso
Martinelli)
Poco più che trentenne è già ai vertici del quotidiano
genovese Il Secolo XIX. Da quel momento, la sua carriera
è passata attraverso la direzione di importanti testate
sino alla consacrazione come autore televisivo quando,
nel 1999 prende in mano le redini di Domenica In. Il
2005 è segnato dalla nascita di un indissolubile
sodalizio artistico con Paolo Bonolis che si protrarrà
negli anni e culminerà, da ultimo, in una gloriosa
edizione del Festival di Sanremo. Attualmente è capo
autore del talk show “Questa Domenica” e del reality “La
Fattoria“.
Tutto questo, e molto altro, è Cesare Lanza
che ha deciso di raccontarsi sulle pagine di
davidemaggio.it.
Vuol ricordare il suo debutto nei panni di
autore?
Quasi trent’anni fa in una televisione
genovese, Telebuongiorno: “Cinque minuti con Cesare
Lanza”, mi scrivevo il testo di un commento sul fatto
del giorno.
Quando pensa ad un programma tiene a mente 4
pilastri : il pubblico, la legge, l’editore e la
coscienza. Come si comporta quando i desideri del
pubblico cozzano con la sua coscienza?
Temporalmente, gli impulsi della mia coscienza
vengono prima. Una volta mandato in scena il programma,
il giorno dopo, alla fatidica ora delle dieci del
mattino (un Garcia Lorca di oggi privilegerebbe questa
ora della mattanza, rispetto alle cinque della sera)
arriva il giudizio del pubblico e non solo io, ma tutte
le persone di buon senso cercano di analizzarlo e
tenerne conto.
Lei passa con disinvoltura dalla tv impegnata
del “Senso della vita” a quella più leggera di “Questa
domenica” e “La Fattoria”. Come fa?
Se vogliamo giocare a Dottor Jeckyll e Mister
Hyde, la vera contrapposizione è tra un film come “La
perfezionista” (aspro, crudo, pessimista, difficile) e
la televisione. Forse ho due anime. O forse,
semplicemente, ci sono motivazioni alimentari e altre,
nascoste, più spirituali. Mi definisco un pessimista di
fondo di indole quotidiana molto ludica.
In che misura i gusti del pubblico hanno indirizzato il
nuovo corso della tv?
In maniera decisiva perchè produzioni e autori
cercano i percorsi più facili, mentre il pubblico
dimostra di approvare anche performances più difficili e
imprevedibili (come la lettura di Dante da parte di
Benigni).
Quanto incide, invece, la politica nella
televisione?
Nel riempire molti programmi di belle
raccomandate e di inutili sciocconi. E nel lasciare le
leve di comando a molti zelanti funzionari, che non
capiscono e non vogliono capire nulla di televisione.
C’è un programma che per Lei rappresenta il
giusto compromesso tra “desideri del pubblico” e una
linea editoriale più rigida?
“Il senso della vita”, una invenzione di Paolo
Bonolis. Potrebbe andare in prima serata, con qualche
aggiustamento e ospiti sempre all’altezza.
In televisione, ci sono personaggi (e dunque
trasmissioni) più attaccabili di altri?
Certo. Lei non mi chiede nomi, e comunque non
ne farei perchè, a prescindere, rispetto il lavoro di
tutti. Mi espongo solo in prima persona: ricevo attacchi
feroci da critici, che vorrebbero dare insegnamenti per
il lavoro che faccio, senza pensare a far bene il loro.
La mia televisione spesso è definita “trash”. Uno
stupido ritornello, in realtà si tratta di
intrattenimento nazionalpopolare che è ben accolto da
milioni di persone (offese, con me, da questo tipo di
critica). Trash, cioè spazzatura sono in realtà gli
eccessi e le evasioni, le “distrazioni” e le
persecuzioni nei telegiornali e nei programmi politici -
che dovrebbero occuparsi di argomenti fondamentali per
la nostra vita sociale. Rarissima è la spazzatura, nel
divertimento. Ma è più facile attaccare chi produce
divertimento (ricordate le critiche pregiudiziali al
festival di Sanremo?) rispetto a chi è legato in qualche
modo alla politica e alle stanze dei bottoni.
Se potesse liberamente scegliere un cast tutto
nuovo per “Questa domenica” con l’unico vincolo di non
portare con sé gli attuali conduttori, a chi affiderebbe
il contenitore domenicale di Canale5?
E’ una lista lunga. Primi nomi, Mara Venier e
Maria De Filippi. Oppure dividerei in spezzoni, come
feci alla mia ultima “Domenica in”, con Mara e Giletti e
altri. Quindi andrei su Amadeus, Federica Panicucci,
Stefania Orlando, Malgioglio, alcuni ragazzi del Grande
Fratello (Floriana è una fortissima opinionista, vorrei
rifondare Lina Carcuro come commediante napoletana, Milo
e Mercandalli sarebbero due buoni antagonisti),
recupererei intramontabili come Sandra Milo, la povera
Isabella Biagini, ecc… Lancerei qualche giovanissimo e
riproporrei alcuni ex dominanti. Tanti nomi nel carnet,
per un mix, un circo di sapore felliniano, grottesco e
intrigante, lo specchio neanche tanto deformante della
nostra vita quotidiana. Se invece fossi un dirigente con
possibilità decisionali, proporrei a Bonolis di
riprendersi la domenica, oppure punterei sul giornalismo
a 360 gradi, un rotocalco condotto da Alessio Vinci,
bravissimo. Ho molta stima anche per Michele Cucuzza,
gran professionista, camaleontico.
Il Festival di Sanremo è stato un trionfo.
Bonolis ha già anticipato che il prossimo anno non ci
sarà. Lei, invece, ci tornerebbe?
Non credo che potrei accettare un Festival che
non sia legato a Bonolis. Il nostro gruppo di lavoro è
molto unito, suscita invidie anche per questo perchè
amicizia e lealtà non sono qualità diffuse. Paolino mi
ha richiamato, dopo il 2005, e io non cercherei altre
strade.
Cesare Lanza non sopporta gli arroganti che
credono di poter manovrare come pedine. Qual è il
confine tra l’essere un aziendalista e il diventare una
pedina?
I diritti, stabiliti dal buon senso ancor prima
che dalle leggi. Tu sei libero di fare ciò che ti
spetta, io ho lo stesso diritto. Senza invasioni di
campo da una parte o dall’altra.
C’è un programma del quale le piacerebbe, o le
sarebbe piaciuto, essere autore?
Se, e sottolineo se, non avessi senso di
appartenenza a questo gruppo, mi piacerebbe aver
lavorato con Celentano e con Fiorello: con Bonolis, sono
prove dell’esistenza di Dio (per chi ci crede).
Qual è il collega con cui ha lavorato meglio? E
quello con cui è andato meno d’accordo?
Scancarello, che io definisco “il
centrocampista”, è un amico e un professionista
formidabile. Sergio Rubino è un talento esploso e ancora
inesploso. Barbara Cappi è una delizia. Ma la lista
sarebbe lunga: mi piacciono quelli che fanno gruppo,
come Marco Luci, Nini Santoro, Giovanni Filippetto,
Silvia Zavattini, Ivano Balduini, Tommaso Marazza… Non
mi piacciono gli egoisti, gli individualisti, i
presuntuosi.
Cosa pensa del recente passaggio di personaggi
del calibro di Fiorello, Cuccarini e Panariello a Sky
Uno?
Sky è una realtà dirompente, come lo fu Silvio
Berlusconi agli inizi. Si tratta solo di capire o non
capire, accettare o lottare contro i mulini al vento.
“La perfezionista”, film che segna il suo
debutto come regista, tratta un tema fortemente attuale
come l’eutanasia. Nonostante lodevoli recensioni, la
pellicola è stata penalizzata da una distribuzione non
all’altezza. E’ previsto un rilancio?
Sta avendo un certo successo nelle rassegne e
nei cineclub. Poi andrà in televisione.
Lo “Studio 254”, accademia per aspiranti
lavoratori dello spettacolo, la vede impegnato proprio
in questi giorni nel lancio di un nuovo corso: “Nuovi
personaggi per la tv”. Cosa consiglia a tutti quei
giovani che sono in procinto di tentare la scalata nel
mondo dello spettacolo?
Come diceva Benedetto Croce: studiate,
studiate, studiate.
Massimo Giletti: lei inventò per lui, a
“Domenica in”, il format L’Arena. Non sembra che il
conduttore di Raiuno gliene sia grato…
Non mi aspetto mai gratitudine, è il sentimento
del giorno prima. Correttezza, sì. Litigai perfino con
la mia adorata Maruzzella Venier (sbagliando) che voleva
gestire quel pezzo di trasmissione, per darlo a Giletti.
Il motivo era semplice: Mara, una fuoriclasse, poteva (e
può) fare qualsiasi cosa, Massimo, no. L’Arena è l’unica
cosa che poteva (e può) fare, con qualche possibilità di
successo. E’ un vecchio genere, inventato dal grande
Funari (”A bocca aperta”) e l’avevo semplificato a sua
misura, lui è imparagonabile con Gianfranco. La
scorrettezza sta nella gestione parassitaria e ipocrita
che Giletti fa di quello spazio: finge di scandalizzarsi
e di fustigare programmi di notevole successo e intanto
li manda in onda, scegliendo i pezzi di maggior ascolto,
per succhiare il sangue dei successi altrui. Domanda
elementare per Massimo, edificante paraculo, moralista
in caso di bisogno: se si indigna tanto, perchè li
ri-trasmette a ufo, proponendoli al pubblico della
domenica pomeriggio? Per fare ascolto, saccheggiando i
successi altrui.
E dunque?
Se fossi ancora il suo autore… No, no: dopo
averlo conosciuto bene non accetterei più di esserlo. Il
guaio è che alla mia veneranda età sono cascato nei suoi
trucchetti di pubbliche relazioni: a Sanremo mi ha
lasciato un biglietto affettuoso in albergo e ho
pensato, sta’ a vedere che è cambiato, così gli ho
risposto gentilmente. E lui, dopo una settimana, di
nuovo chiagne e fotte, fustiga e succhia il sangue.
Vabbè. Chi gli sta vicino dovrebbe dirgli: Massimuccio,
non tingerti i capelli con quel colore rossiccio che
mette i brividi, non fare il ragazzotto che mette le
dita nella marmellata… ormai sei un cinquantino
attempato, prova finalmente a fare un programma tuo,
prova, Massimuccio, a misurarti con idee tue, fattene
venire almeno una nella vita! E comunque, gli siamo
grati. La sua ex fidanzata, Giada, si è talmente
disincantata da averci chiesto, dopo averlo lasciato, di
venire a lavorare nel nostro gruppo: si è rivelata un
elemento prezioso.
Molto spesso il suo gruppo è accusato di essere
un “clan” chiuso…
L’invidia è diffusa. C’è una squadra compatta,
il riferimento è Lucio Presta che primeggia perchè sa
tutelare a meraviglia i suoi assistiti, da Benigni a
Bonolis a Paola Perego a Mara Venier, con un elenco che
non finisce più. Siamo una squadra compatta, affiatata,
con rapporti personali di lealtà e amicizia. Nessuno
riesce a incrinare questi rapporti, perciò qualcuno
rosica.
Un giudizio su Paola Perego.
Number one. Antidiva, professionista
impeccabile. Nervi di acciaio. Lombarda laboriosissima,
la prima ad arrivare, l’ultima ad andarsene dal posto di
lavoro.
Il nostro blog è noto per le sue anticipazioni
televisive: a questo punto ci piacerebbe conoscere la
prossima sfida di Cesare Lanza.
Vorrei fare un film o una fiction (o un
programma) cattivissimo: ciò che tutti pensano e nessuno
dice. Ma chi me lo farà fare? (In tutti e due i sensi:
che giovamento ne avrò? e chi sarà disposto a darmi i
mezzi per farlo?)
DAVIDEMAGGIO.IT, 24-03-09
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