SIDDHARTA
(Hermann Hesse)
di Gianna Pala Contini*
"La maggior parte degli uomini sono come una foglia secca, che si
libra e si rigira nell'aria e scende ondeggiando. Ma altri, pochi,
sono come stelle fisse, che vanno per un loro corso preciso e non
c'è vento che li tocchi, hanno in se stessi la loro legge e il loro
cammino"
Siddharta non è il migliore romanzo di Hermann Hesse (1877-1962), ma
sicuramente il più conosciuto.
Scrittore tedesco naturalizzato svizzero compie parecchi viaggi, tra
cui, nel 1911, quello in India, paese da cui trasse l’ispirazione
appunto per questo racconto.
Il libro incominciò ad avere veramente successo solo dopo un
ventennio dalla sua prima pubblicazione nel 22, probabilmente
dopo la scia del premio Nobel conferito ad Hesse nel 1946.
Narra del giovane Siddharta, liberatosi dalle ricchezze e dalla
religione intesa come dottrina unica ed esclusiva, che va alla
ricerca di sè attraverso il perfezionamento interiore da realizzarsi
nella unificazione completa con l’universo e che si compie
attraverso la propria esperienza personale, che non è solo puramente
intellettuale e astratta, ma riguarda la vita nella sua totalità e
abbraccia anche le esperienze del corpo e dei sensi. Il tutto
immerso in un’atmosfera esotica molto abilmente delineata di un
India arcaica, favolosa e metafisica, talvolta sfumata, in cui tutti
sono alla ricerca del senso dell’esistenza.
Racconto breve ed evocativo non sempre di facile lettura, ha però il
fascino del viaggio iniziatico che può assumere un gusto diverso in
epoche diverse di lettura nella vita di ognuno e che asserisce che
in fondo siamo tutto e il contrario di tutto e che bisogna perdersi
per ritrovarsi: la saggezza non si può trasmettere come le
conoscenze.
Un libro che può essere apprezzato pienamente solo se si è disposti
a liberarsi da tutti i preconcetti, aspettative e i cliché della
letteratura tradizionale. Siddharta in realtà è ciascuno di noi alla
ricerca della propria verità.
La"rivelazione" che si cerca nelle ultime pagine, senza successo,
non sta scritta se non nella propria vita e si coglie solo se si è
disposti a coglierla. Sconsigliato a chi pigramente cerca risposte o
verità assolute o a chi non intende fare percorsi personali.
L’ho letto molte volte ed ogni volta mi è parso diverso.
*Iscritta al corso autori tv-giornalismo anno accademico 2009-2010